domenica 11 gennaio 2009

La dolce Stevia

Io lo dico: bisogna sempre mantenere un atteggiamento critico verso qualsiasi cosa, informarsi, guardarsi attorno perchè ognuno mira comunque ai propri interessi e le istituzioni non sempre fanno gli interessi di coloro che andrebbero tutelati.
Oggi navigando ho scoperto quest'articolo:

La dolce Stevia


Pare che sia usata da secoli da una popolazione in Amazzonia, dagli anni '70 in Giappone e, in tempi più recenti, anche negli USA comincia a diffondersi. E in Europa? No!
Forse fa venire il cancro (cosa non lo fa venire oggi?), forse questo, forse quello...
Per carità, nulla va preso così alla leggera quando si parla di alimentazione, non prendo così al buio, interamente le parti dei sostenitori della Stevia, però non fatico a credere quello che si dice sulla controparte, cioè le istituzioni, nel caso specifico l'UE, che, pressata dalle lobby dello zucchero, sta ostacolando la richiesta di commercializzazione della nuova sostanza per dolcificare.
Non è difficile immaginare i disastrosi risvolti della cosa: lo zucchero creerebbe dipendenza, gran giro d'affari per le industrie che lo producono e per le aziende farmaceutiche che possono continuare a vendere farmaci sempre più richiesti da una popolazione sempre più obesa o per il tarttamento del diabete. Nell'ipotesi che questa sostanza mantenga davvero tutto quello che promette, sarebbero risolti un bel po' di problemi per buona parte della popolazione, a discapito di chi dalle malattie altrui trae profitto.
L'articolo si conclude con una frase che suona "minacciosa" ma che, al tempo stesso, accende una speranza: "Prima o poi dovranno cedere".
Il motivo per cui non ho ancora deciso se prende le parti del "movimento pro Stevia" è che potrebbe anche essere l'ennesimo nuovo mercato che tenta di farsi strada. Chissà, magari la sostanza costerà (come mi aspetto) un occhio della testa o, peggio, sarà distribuita da pochi eletti che ci marceranno sopra, come non è difficile che accada in Italia: da quando cerco di sostenere una vita un po' più sana, etica, ecc. ho incontrato non pochi problemi, soprattutto negli acquisti. Prendo l'esempio più stupido: mi è capitato di aver bisogno di alcuni oli essenziali. Cercando in negozi, sia "fisici" che "online", non c'è stato verso di arrivare a un produttore o fornitore che non vendesse un flaconcino di 10-20 ml a un occhio della testa, mentre in un negozio inglese su eBay ho trovato dei prodotti in formato da 100 ml ad un prezzo in proporzione molto conveniente!
Così è stato anche per l'hennè e il burro di karitè, per non parlare dell acido citrico per le palle frizzanti! Come se non bastasse ci sono le spese di spedizione: mi è convenuto molto più farmele spedire dall'Inghilterra che non affidarmi ai metodi scelti dai negozianti italiani (normalmente il pacco celere 3 a soli 9 euro!!!).
Di dubbi simili ho parlato anche in un altro post:
Vita da Strega: L'ecosostenibile si è fermato al centro-nord
sulle distribuzioni territoriale delle iniziative a proposito dell'ecosostenibilità.
La conclusione cui vorrei giungere è che tutto fa mercato e che bisogna continuamente informarsi, le bufale sono dietro ogni angolo e gli interessi personali muovono questo mondo.
Rimaniamo in attesa di provare questa Stevia e di poter giudicare noi stessi...

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